venerdì 28 novembre 2008

Vuoi il cane? Fatti la patente

Non è il problema dei problemi. Ci sono altre cose in Italia che andrebbero affrontate sicuramente prima. Ogni tanto, però, anche cimentarsi seriamente con problemi minori, aiuta ad alleggerire la tensione e soprattutto aiuta a tracciare un metodo, anche per cose più grandi.
Il cane, il miglior amico dell’uomo.
E’ diventato un luogo comune e ci sarà un perché. Eppure ogni tanto, anche al miglior amico dell’uomo gli girano e all’uomo si ribella. Ne troviamo ancora traccia sui media nazionali. C’è stato un periodo, prima di alcolisti al voltante e di morti bianche, che ogni giorno ci davano la lista dei cani rivoltosi. Ogni giorno un pitbull, un rottweiler, un molossoide o un lupoide qualunque si mangiava un padrone o qualche ignaro passante al punto di spingere un governo (non ricordo più se di centrosinistra o di centrodestra) a stilare la lista dei buoni e cattivi.
Ora se ne parla meno, la moda giornalistica è finita. Il pitbull non è più il problema nazionale. Il morso fatale di un mastino torna in prima serata solo quando qualche ubriacone al volante si dimentica di stendere un passante. Ma il problema in realtà rimane, esiste ancora.
A questo poi si aggiunge quello degli abbandoni. In estate il miglior amico dell’uomo diventa il peggior nemico delle ferie. Le sacre ferie. Così in 100, in 150 mila ogni anno infestano le nostre strade e le nostre autostrade. Legati al guardrail o liberi nei parcheggi degli autogrill sono un vero e proprio esercito.

Quando il cane morde è un bastardo. Quando il cane viene arrotato il bastardo è l’uomo (non quello che conduce l’auto ma quello che ha condotto il suo cane sulle autostrade).

Ma chi è più intelligente, l’uomo o il cane? Dubbi a parte, sicuramente è più facile che l’uomo capisca il linguaggio del cane che viceversa. Quindi il bastardo è sempre l’uomo, in tutti e due i casi. Sia che il cane venga arrotato da qualche automobilista di passaggio sia che il cane morda qualcuno. Poiché il carattere dipende sì dalla razza, ma soprattutto dal suo padrone.

Una soluzione c’è ed è semplice e non comporta spese per lo stato. Si chiama patente per conduttori di cani. Con la A puoi guidare cani piccoli, fino al cocker per capirci. Con la B puoi aggiungere quelli di taglia media, tipo boxer e pastori tedeschi. Con la C puoi condurre tutti i tipi di cani, pitbull e alani compresi (le classificazioni esistono già).
Puoi fare la patente in qualsiasi momento, con o senza cane. Vai in un centro di addestramento, a spese tue, e fai un corso. La A è gratuita, ti insegnano giusto le cose fondamentali. B e C possono anche essere a pagamento e ti insegnano a conoscere a fondo il miglior amico dell’uomo, ti insegnano a comunicare con lui. Puoi avere la patente senza cane, ma non viceversa. Ogni cane che acquisti o che allevi, di razza o meticcio che sia, viene segnato sulla tua patente, abbinato ad essa. Ogni anno fai il richiamo presso il canile della tua città (quello che già esiste delle aziende sanitarie, e che già gestisce il microchip del tuo fedele amico) e si controllano il tuo grado di preparazione e lo stato di salute dei cani corrispondenti. Se non hai più uno dei cani abbinati devi produrre il certificato di vendita o di morte. Se manca un cane e non hai un atto di vendita o di estinzione, vieni punito per abbandono di animali. Pena bella grossa, ovviamente, da scontare interamente nelle patrie galere, senza sconti e premi per buona condotta.

Niente più abbandoni e niente più cani rivoltosi. In fin dei conti se tanto vogliamo parlare di politica e di come condurre un paese, dimostriamo prima di saper condurre almeno un cane. Poi ne riparliamo.
E ricorda. Più grande e forte è il cane, più debole è il padrone.

1 commento:

  1. bella questa la sostengo!!!!
    però anche fare una selezione tipo dei pitbull non sarebbe male....
    i boxer erano cani da guerra,dopo una selezione della razza sono diventati docili come pulcini!
    allora patente per conduttori e pure per allevatori!!
    ciao ciao

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