I nostri campi agricoli sono “infestati” da extracomunitari, neri soprattutto. I panifici, i magazzini dei grandi centri di distribuzione anche. Dove si lavora di fatica, di giorno e di notte in particolare, l’Italia è piena di “uomini neri”, di extracomunitari. Uomini come noi che ci consentono di avere il pane fresco ogni giorno, il pesce fresco ogni giorno, la verdura fresca ogni giorno. Uomini come noi che lavorano sodo.
Siamo un popolo razzista che ha scelto l’extracomunitario quale suo “servo” per i lavori di fatica o siamo un popolo di fannulloni?
C’è la crisi. E la “rossa” Merloni che ti fa? Sposta gli stabilimenti di produzione della Indesit in Polonia e chiude quelli in Italia. Lì, lavoro ed energia costano molto meno.
Se uno più uno fa due, il lavoratore italiano non conviene: costa troppo e non fa lavori di fatica.
Inutile scioperare. Inutile rompere i maroni con gli "schiavi moderni". Gli schiavi moderni non siamo noi italiani, caro il mio Beppe Grillo. Noi siamo i fancazzisti, coloro che vogliono il posto sicuro, possibilmente statale, possibilmente inschiodabile, fin che pensione non ci separi. Questo è il nostro culto. E ora ne paghiamo lo scotto. Caro il mio Beppe Grillo, mettiti al telefono e prova a chiamare qualcuno delle liste di collocamento proponendogli qualche lavoro nei campi con sveglia alle 4 o alle 5 del mattino, sentirai come ti rispondono. Sentirai come ti rispondono gli italiani che non trovano lavoro. Per fortuna ci sono i negri, caro il mio Beppe Grillo. Sennò dovremmo importare anche arance e pomodori.
Ma poveri dottori, con la loro bella laurea costretti al centralino di un call center. Quanta pena. Poveri, tanti anni di studio per finire a fare i centralinisti telefonici. Eccezioni a parte, caro il mio Beppe Grillo difensore dei laureati, hai mai provato a testare il grado di cultura di uno di questi centralinisti laureati? Io sì. Anche l’Olocausto è un tabù. “Non era nel piano di studi”. Figuriamoci. Anche troppo il centralino per laureati di questo livello. Quelli che difendi, eccezioni a parte, non sono laureati, ma insani portatori di diploma di laurea. Dovrebbero stare nei campi e non parlare con nessuno, possibilmente. Poco pretendere e poco rompere i maroni.
Il lavoro è un diritto. Cioè? Qualunque cosa accada uno il lavoro deve averlo? Daglielo. Se le regole di mercato, le regole economiche non contano, daglielo, che te ne frega. Caro il mio Beppe Grillo, assumi tutti i laureati d’Italia e dai loro un lavoro. Ah, vogliono anche lo stipendio. Mannaggia. Allora è lo stipendio un diritto, non il lavoro. E anche tu, caro il mio Beppe Grillo, qui non ci puoi arrivare da solo. Allora, per favore, smettila di dire cazzate. Mi sembra di sentire Epifani, più stipendi e più pensioni per tutti. E poi parlano della demagogia del Berlusca.
Ma c’è chi sta peggio di te, caro il mio Beppe Grillo. Si chiama “ammortizzatore sociale” Franceschini. Lui ha ben pensato di stipendiare tutti i disoccupati, attuali e futuri possibilmente. Un bell’assegno sociale a tutti coloro che perdono il lavoro e per i quali non è prevista la cassa integrazione. Sponsor assoluto del nero assoluto. Il nero nei campi e il nero fiscale. Cioè nei campi agricoli mandiamo il nero. Ai bianchi senza lavoro ma con assegno facciamo fare qualche lavoretto nero extra, per arrotondare. Franceschini, ma dove hai studiato economia, a Disneyland?
Non sarebbe meglio aiutare chi il lavoro lo crea sponsorizzando il mantenimento del posto di lavoro in tempi di crisi? Piuttosto che un assegno sociale del 60% dello stipendio a chi il posto lo perde, non sarebbe meglio uno sgravio pari al 50% dello stipendio a chi il lavoratore in esubero se lo tiene in azienda? Costa meno e finanzi il lavoro. Non il contrario.
Ma questi personaggi fanno anche di peggio. Si lamentano che i laureati non trovano lavoro. E che solo il 6% di questi arriva a raggiungere un posto da dirigente. Ma dico io, se vuoi mandare tutti all’università, chi lavorerà nei campi? Ma soprattutto se tutti i nostri giovani si facessero la laurea chi dovrebbe dirigere chi? In questo fantastico piano sociale manca l’esercito, ci sono solo generali. Ecco la crisi del sistema Italia.
Per fortuna c’è la crisi. E con la fame anche i generali andranno al fronte. E’ stato così in passato, potrebbe accadere di nuovo tra poco. Così non avremmo più bisogno dei vari Beppe Grillo che rompono i maroni per i guadagni esorbitanti delle compagnie telefoniche. Impareremo da soli che in tempo di crisi il cellulare è un bene superfluo, assolutamente non necessario. Meglio mangiare che telefonare. Sarà questo il nostro motto.
Si ringraziano Beppe Grillo e i diversi compagni per gli spunti che rendono così ovvio e banale il presente ragionamento. Viva la Cgil!!!!
venerdì 20 marzo 2009
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Se vuoi, passa da noi a ritirare un premio. Ciao
RispondiEliminaImmagino che non siate d'accordo, purtroppo è realtà. E un po' di sana autocritica potrebbe anche giovare.
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